Recensione – Il primo da uccidere

Copertina Il primo da uccidere
Il primo da uccidere di Andrew Peterson

Recensione

Nathan McBride e Harvey Fontana sono ex marines e amici, divenuti soci in un’impresa di vigilanza e sicurezza. Non si occupano più di operazioni speciali ma quando Frank Ortega, un tempo direttore dell’FBI, li convoca per ritrovare il nipote James disperso in una missione sottocopertura del Bureau, Nathan McBride dovrà risfoderare tutte le sue abilità da tiratore scelto. La questione è delicata: James Ortega si era infiltrato fra trafficanti d’armi che avevano ampliato i loro affari fino al Semtex, un potente esplosivo che non lascia scampo. La sua copertura sembra essere saltata per riportare notizie su un grande carico dell’esplosivo e l’FBI si prepara ad un’incursione per recuperare il loro agente. Frank Ortega riscuote alcuni favori per aggiungere Nathan e Harvey alla spedizione affinché siano i suoi occhi e le sue orecchie sul posto. Ovviamente è un’operazione speciale e solo il comandante della missione sa della loro presenza sul territorio, i due soci potrebbero anche essere uccisi dal fuoco amico.
Le cose vanno diversamente e uno dei trafficanti sarà freddato da Nathan per salvare la vita ad alcuni agenti dell’FBI. Gli altri trafficanti, fratelli di quello ucciso, riescono a scappare e si vendicano facendo esplodere una sede del Bureau.
Ciò da il via a una caccia all’uomo con i minuti contati, Nathan e Harvey collaborano con l’FBI in maniera non ufficiale e poco ortodossa per arrivare ai carnefici prima che fuggano senza lasciare tracce e il Semtex mieta altre vittime.

Lo stile di Peterson non è sempre fluido e ho notato alcune incongruenze nella narrazione, ma il libro è sotto molti aspetti una buona lettura.
Il protagonista Nathan McBride è senz’altro particolare, caratterizzato da una certa empatia e una visione della vita distaccata sviluppate dopo le sofferenze indicibili patite quando è stato torturato e quasi ucciso in missione. Il suo carattere dà un’impronta alle sue azioni e alla storia. Nathan è costretto suo malgrado a uccidere, ma ne farebbe volentieri a meno.
Significativo è anche il rapporto con il suo socio Harvey e le relazioni che instaura con le persone che lo circondano.
Andrew Peterson non manca di tessere un complotto svelato a poco a poco che costringe Nathan e Harvey a guardarsi le spalle, ma l’essenza della storia è l’azione e in questo l’autore eccelle. Mostra la sua conoscenza nelle operazioni militari dei cecchini e narra un’indagine che si trasforma in caccia all’uomo, perciò consiglio il libro agli amanti di questi contenuti.



Condividi l'articolo!

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.