Recensione – La logica della lampara

Copertina La logica della lampara
La logica della lampara di Cristina Cassar Scalia

Recensione

Telefonate sospette alla Polizia spingono la Vicequestore Guarrasi a investigare su una donna scomparsa che sarebbe stata assassinata in un villino sul mare. Diversi eventi si intrecciano in un fitto mistero. La donna scomparsa, tale Lorenza Iannino, era avvocato in un importante studio legale. Alcuni testimoni raccontano di strani movimenti notturni al porto, dove qualcuno sembra si sia liberato di una grande e pesante valigia.
Cominciano le ricerche della donna scomparsa e della valigia che sarà ritrovata sì, ma vuota. All’interno della valigia e in casa della donna sono rinvenute tracce di sangue e altri elementi che conducono verso una sola conclusione logica.
Nonostante emergano indizi e testimonianze via via che Vanina Guarrasi e la sua squadra allargano le ricerche, mettere insieme tutti i tasselli e ricostruire la vicenda non è affatto facile.
Si intrecciano le vite di parenti, amici e colleghi di Lorenza in un quadro che dipinge due facce della stessa donna. Una rispettabile, l’altra arrivista.
Il telefono e il computer della presunta vittima forniscono diversi moventi per un omicidio, da quello passionale a quello economico, ma per Vanina c’è sempre qualcosa che non quadra e dovrà scontrarsi anche con i suoi superiori pur di portare avanti le indagini a modo suo.
Le tracce scientifiche restringono il campo ad un solo sospettato, ma più persone partecipavano alla festa nel villino, la scena del crimine, e ognuna ha avuto un ruolo nella vicenda.
Perciò la Guarrasi porta avanti le indagini con ogni mezzo, fino a scoprire la verità, quando sembra che il corpo non debba più essere trovato e invece la realtà riserva colpi di scena sorprendenti.

Cristina Cassar Scalia ha uno stile chiaro, fluido, accattivante, intrigante. Dimostra un’eccellente qualità narrativa nell’aver ideato una trama che fin dall’inizio fa ritenere il mistero semplice, nel corso della storia dissemina indizi che sembrano confermare la tesi più logica e poi, alla fine, tutto appare proprio come alla luce della lampara. Quando tutto è illuminato, tutto è ciò che appariva ma nasconde un significato e un mistero più profondo, dove non c’è un solo reato e non c’è un solo colpevole. Come se i pesci si avvicinassero ma catturarli è un’impresa che richiede maestria.
Ho apprezzato molto il fatto che il lettore si sente radicato al luogo grazie ai personaggi con la loro tipica parlata siciliana: per le parole usate e per il modo di formulare le frasi.
Sotto altri aspetti, spicca Giovanna “Vanina” Guarrasi per il suo modo di ragionare e per le sue fragilità in ambito privato, ma anche per il rapporto che instaura con i suoi colleghi. Una donna di polso che sa quando allentare la presa. Una donna che sa guardare oltre la logica apparente, che tiene conto sia delle sfaccettature umane dei sospettati sia del loro passato, non solo quello di Lorenza, la donna scomparsa.
Non mancano momenti comici e divertenti affidati ai sottoposti della Vicequestore, ma ciò non intacca tutta la drammaticità della storia.
Più si va avanti nella storia, più si scopre un mondo di sotterfugi, interessi e vessazioni che provocano ribrezzo, per Vanina e per il lettore che si affeziona alle sorti di Lorenza.
Bisogna fare i conti con la violenza sulle donne e con l’opportunismo, fra moventi, intrighi e risvolti psicologici che dal passato arrivano a influenzare il presente.
Consiglio la lettura di questo romanzo perché è un sorprendente esempio di scatole cinesi dove le situazioni si sovrappongono una all’altra e la vittima veste anche il ruolo di carnefice.
L’autrice coinvolge fino all’ultima pagina e lascia al lettore una sensazione di vita vissuta.



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