Recensione – La disciplina di Penelope

Copertina La disciplina di Penelope
La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio

Recensione

Penelope è una donna che segue le proprie regole da quando la sua carriera di Pubblico Ministero è finita per un evento spiacevole.
In bilico fra vizi deleteri e allenamenti salutari, fornisce consigli legali nel retro di un bar. Un giorno si presenta da lei un uomo, mandato da un suo conoscente, che le chiede aiuto per trovare la verità sull’omicidio della moglie. L’uomo è stato il principale imputato del processo e l’archiviazione senza condanna avrebbe posto la parola fine alla vicenda, se non fosse per i commenti del giudice nella sentenza che lasciano il dubbio sulla sua colpevolezza. Più che per sé, l’uomo cerca la verità per raccontarla a sua figlia che, dopo aver perso la madre, potrebbe rinnegare l’uomo come padre.
Penelope non è un’investigatrice privata, non ha la licenza, e all’inizio rifiuta di aiutare l’uomo perché potrebbe fare ben poco rispetto a quanto fatto dalla Polizia, ma ha l’indole dell’investigatrice.
Ci ripensa, i motivi che spingono il cliente a cercare la verità hanno insinuato un dubbio in lei. Così accetta di dare un’occhiata alle carte del processo e pian piano si risveglia in lei la passione per le indagini che aveva un tempo.
La donna assassinata aveva una vita ordinaria, il rapporto con suo marito era ormai incrinato e restava con lui solo per la figlia. Lavorava come istruttrice di fitness e faceva la personal trainer privata. Penelope dovrà indagare con scarsi elementi, ma a modo suo riuscirà a mettere la parola fine.

Carofiglio scrive in modo semplice e narra in prima persona per coinvolgere il lettore. Lasciando da parte i troppi incisi, a volte anche lunghi, che non vedo di buon occhio perché spezzano il ritmo della lettura, bisogna dire che la narrazione è molto apprezzabile.
Al principio, l’autore si concentra più sul caratterizzare la protagonista Penelope che non sulla storia, perciò la donna spicca vivida e interessante con tutte le sue contraddizioni. L’alone di mistero sull’evento che ha inciso sulla sua carriera da magistrato esercita una certa attrattiva nella lettura, ma resta sullo sfondo senza uno svelamento alla fine, quindi ritengo sarà il filo conduttore della serie su Penelope.
In primo piano, la vicenda dell’uomo accusato e poi scagionato riesce a tenere con il fiato sospeso, la trama dell’omicidio rivelata nel finale soddisfa la curiosità del lettore riguardo le sorti della donna assassinata. Carofiglio ha reso stimolante una vicenda semplice ma le indagini che narra non suscitano una sfida intellettuale. Si ha più l’impressione che Penelope riesca a risolvere il caso semplicemente perché abbia ampliato lo sguardo e insistito più della Polizia. Del resto l’autore sottolinea più il movente, o meglio i moventi: dell’omicidio e dell’indagine, ossia ciò che spinge Penelope a indagare. Si torna così alla protagonista e alla sua forte caratterizzazione.
Consiglio il libro a chi vuole leggere di un’investigatrice un po’ cinica, un po’ fragile, un po’ indipendente, un po’ scostante che tende verso il genere hard-boiled e le vicende in cui può trovarsi.



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