Recensione – Guida Galattica per gli Autostoppisti

Questa recensione è particolare, parla dei 5 romanzi della serie “Guida Galattica per Autostoppisti”, ma prima di immergerci nella Galassia, ecco una panoramica dei libri.


Copertina Guida galattica per gli autostoppisti
Guida galattica per gli autostoppisti

Copertina Ristorante al termine dell'Universo
Ristorante al termine dell’Universo

Copertina La vita, l'universo e tutto quanto
La vita, l’universo e tutto quanto

Copertina Addio, e grazie per tutto il pesce
Addio, e grazie per tutto il pesce

Copertina Praticamente innocuo
Praticamente innocuo


Recensione

Tutto ha inizio con un’immane catastrofe. La Terra sta per essere spazzata via per costruire un’autostrada galattica.

Poco prima che ciò accada, Arthur Dent e Ford Prefect si incontrano. Il primo è un terrestre, il secondo è un’autostoppista della Galassia che gira l’universo per recensire pianeti sulla Guida Galattica per Autostoppisti.
Nel primo libro della serie (Guida galattica per gli autostoppisti) assistiamo alle avventure che Arthur e Ford vivono per scampare a questa catastrofe e porterà Arthur a vedere un po’ più in là del suo naso. Ciò dà il via ad un viaggio, su una nave presa di straforo, in cui Arthur incontrerà strani personaggi, come Zaphod e Trillian, e comincierà a farsi un’idea dell’universo.
Il fulcro di tutto sono sempre la Guida Galattica, un prodigio tecnologico che permette ai recensori come Ford di aggiornare i loro consigli di viaggio in modo immediato, e un asciugamano essenziale in ogni occasione.
Oltre alle sfaccettature scientifiche che fanno capolino e all’humour inglese che pervade tutto, la serie è ammantata da un velo filosofico fin dal primo romanzo.
Il computer Pensiero Profondo elabora da milioni di anni la Risposta alla Domanda Fondamentale sul senso della vita e la famosa risposta “42” darà il via alla ricerca della Domanda Fondamentale.

Nel secondo romanzo (Ristorante al termine dell’Universo) i protagonisti si trovano a viaggiare verso gli angoli più reconditi dell’universo, per arrivare al “Ristorante al termine dell’Universo”, con le avversità tipiche dello spazio. Ford e Arthur finiranno ad esplorare un pianeta agli albori della sua popolazione. La loro strada si incontrerà anche con l’uomo che governa l’universo.
Fra furti di navi spaziali, teletrasporti rischiosi, spettacoli al termine dell’Universo, Douglas ci accompagna in un viaggio con la sua peculiare visione di una realtà comica e assurda ma sempre coerente con se stessa come solo nella galassia può trovare luogo. Il paradosso dell’esistenza e la ricerca di una domanda fondamentale per una risposta fondamentale sono il filo conduttore che legano il secondo libro alla serie della “Guida” rimescolando le carte in tavola e solleticando la curiosità del lettore.

L’universo rischia grosso nel terzo libro della serie (La vita, l’universo e tutto quanto). Un’antica popolazione di un pianeta alienato dall’universo minaccia di distruggere tutto ciò che esiste.
Quando una tale avventura chiama, Arthur Dent e Ford Prefect si trovano loro malgrado al centro della scena insieme a Zaphod, Trillian, il robot Marvin e Slartibartfast che si impegna a preservare l’ordine temporale. L’universo è sull’orlo di una guerra catastrofica e di un avvitamento temporale, evitare il peggio non sarà facile. Per non parlare del fatto che c’è da riflettere sulla Vita, l’Universo e Tutto Quanto fra computer che elaborano l’esistenza in maniera oggettiva ma incomprensibile e verità di un esistenza dalla creazione divina credibili ma ignorate. Il tutto fra un party lungo generazioni e una partita di Cricket molto pericolosa.
Nel terzo libro, Douglas Adams non si smentisce e con la sua solita verve e fantasia racconta le incongruenze del nostro mondo che ci fanno sorridere tanto quanto potrebbero farci soffrire; la sua sconfinata inventiva annienta guerra e odio esaltando la loro inconsistenza, ma è anche capace di farci sorridere con la Bistromatica, teoria dei numeri osservati nei ristoranti, e con Arthur Dent pluriomicida per “caso” che impara a volare secondo i dettami della Guida. Il libro quindi è un divertissement da non farsi scappare.

Il quarto episodio della serie (Addio, e grazie per tutto il pesce) è uno sviluppo alternativo. Nel suo peregrinare per l’universo, Arthur Dent si ritrova sulla Terra dopo la sua esplosione ed è sorprendentemente tutta intatta. Arthur torna nei luoghi della sua vita per rendersi conto che l’universo l’ha cambiato, stabilendo con lui una speciale connessione. Incontrerà Fenchurch, una ragazza speciale come lui, e con lei intraprenderà un viaggio alla ricerca dei delfini, gli unici abitanti della Terra che mancano all’appello, e il Messaggio Finale di Dio.
Douglas Adams delinea con il suo caratteristico stile comico uno sviluppo alternativo della trama principale della Guida Galattica, ma lascia il lettore con un senso di vuoto su come la Terra sia stata risparmiata e spiazza a suo modo con il Messaggio di Dio. Si tratta di un semplice intermezzo verso l’ultimo volume che dà un certo senso anche a questo episodio.

L’ultimo romanzo della serie (Praticamente innocuo) vede Arthur Dent e Ford Prefect in due punti distanti dell’universo. Ciascuno alle prese con le proprie disavventure.
Arthur viaggia da un pianeta all’altro alla ricerca di un posto simile alla Terra dove passare il resto della sua vita, ormai unico esemplare della sua specie. La ricerca sarà ardua e Arthur dovrà finanziarla vendendo il suo DNA negli spazi-porto.
Dall’altro lato c’è Ford Prefect che rientra alla sede della “Guida Galattica” e scopre che è stata rilevata da una grande compagnia. Ci sono molti cambiamenti in atto che spingono Ford a inserirsi nel sistema informatico della Guida per trarne vantaggio. Durante la fuga, si imbatterà nella nuova versione super tecnologica della Guida.
In una rocambolesca serie di eventi, le strade di Arthur, Ford e degli altri personaggi della serie si intrecciano in modo affascinante, tanto da tenere il lettore incollato alle pagine fino all’epilogo. Spazio e tempo si avvicineranno in un avvitamento che segna il destino di Arthur, proprio quando ritrova una compagna del passato e scopre anche di avere una figlia. L’epilogo è tanto lampante quanto enigmatico nel puro stile di Douglas Adams, si torna sulla Terra prima che sia distrutta per chiudere il cerchio della serie, ma lascia al lettore la scelta fra una fine tragica e definitiva o la possibilità che nell’universo nulla mai finisca per davvero.
L’autore ha saputo dosare la sua verve comica in maniera brillante, come nei primi romanzi della serie, ed il libro si legge con vero piacere. Lo humour avvolge anche i passi più significativi che ti spingono, giusto un po’, a riflettere sul senso della vita.

Nel complesso, la comicità di Douglas Adams è caricaturale, ingigantisce le cose nel senso dello spazio e del tempo avvalendosi di fantasia, scienza e filosofia sapientemente intrecciate alle vicende surreali.
L’inventiva dell’autore ha dato vita a prodigi fantascientifici, come la Guida che si aggiorna in tempo reale e il Pesce Babele che fornisce traduzioni universali, precorrendo i tempi e ritagliandosi un posto nella storia.
Come tutto il resto, le vicende sono portate all’estremo per rendere più evidente, grazie anche all’humour inglese, quanto noi stessi rendiamo complesse le cose semplici e triste ciò che invece può far sorridere, quanto sbagliamo a guardare troppo vicino o lontano a seconda delle circostanze, quanto in sostanza tutto l’universo è paese.


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