Recensione – La svolta

Copertina La svolta
La svolta di Michael Connelly

Recensione

Il caso di Jason Jessup, accusato del rapimento e dell’omicidio di una dodicenne, viene riaperto dopo più di ventanni che l’uomo ha trascorso in carcere perché ora la scienza può analizzare il DNA di un residuo organico sugli indumenti della vittima e il risultato sembra scagionare Jessup. Intorno alla vicenda ci sono gli interessi politici del procuratore distrettuale e aleggia lo spettro di un ingente risarcimento economico. Per questo motivo il procuratore affida l’accusa a Mickey Haller, un noto avvocato della difesa che lavorerà da indipendente, per fare in modo che Jessup venga incriminato di nuovo o faccia un accordo conveniente. Haller chiede il sostegno di Maggie McPherson, la sua ex-moglie che lavora già per il pubblico ministero, e del fratellastro Harry Bosch, che lavora per il distretto di polizia. Mentre Bosch indaga sui testimoni e il passato di Jessup, Haller e Maggie costruiscono l’impianto accusatorio.
La storia è incentrata per lo più sul nuovo processo e sulle testimonianze che la difesa vuole stravolgere per discolpare Jessup, può sembrare un semplice processo dove le emozioni vengono tralasciate, in realtà si caricano in un crescendo che esplode con la deposizione della sorella della vittima, testimone oculare del rapimento, e dello smascheramento di una deposizione falsa montata dalla difesa.

Connelly incanta con astuzie legali e l’azione sul campo di Bosch, ma sorprende nel finale, dimostrando che non tutto può essere regolato attraverso obiezioni e controinterrogatori, portando quindi l’emotività umana all’estremo, fuori dal tribunale.
In complesso il libro è molto gradevole, l’unica pecca è il cambio di punto di vista alternato fra la prima persona di Haller e la terza persona dei paragrafi in cui l’avvocato non è partecipe, ma ci si abitua senza confusione.

(Recensione scritta il 30/11/2014)



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