Recensione – Delitto al condominio Magnolia
Titolo: Delitto al condominio Magnolia
Autore: Maria Cristina Buoso
Genere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2021
Pagine: 116
Recensione
Un vecchio maestro viene ritrovato ucciso nella sua abitazione del condominio Magnolia.
Nelle vicinanze vive Caterina, commissario in pensione, che comincia a interessarsi alla vicenda grazie all’amica Claudia, attuale commissario.
La vittima era un uomo malvisto ed è stato ucciso in casa, con 14 coltellate, in circostanze sospette e nessuno si è accorto di nulla fino al ritrovamento del cadavere.
Caterina conduce un’indagine parallela a quella ufficiale di Claudia e i suoi sottoposti. Entrambe le donne, però, si ritrovano a investigare in un complotto dai tratti poco chiari.
Maria Cristina Buoso ha uno stile essenziale, sa dipingere con brevi tratti scorci di vita dei personaggi per calare il lettore nei loro panni, però la narrazione non è sempre fluida.
La scelta di rappresentare gli eventi per lo più con i dialoghi dei personaggi crea a volte un po’ di confusione.
L’autrice ha posto senz’altro in risalto il passato della vittima, ha curato molto la vita e gli aspetti che riguardano Caterina e Claudia, le due investigatrici, ma un po’ meno ciò che riguarda gli altri personaggi coinvolti nella vicenza.
A parte le due investigatrici, i personaggi sono poco individuabili e questo rende difficile la lettura.
Tuttavia la storia è piacevole e per certi versi anche coinvolgente per il complotto che c’è dietro l’omicidio. Degno di nota è il sottofondo di drammi familiari che costituiscono il movente del delitto.
La carenza di prove e indizi spinge alla lettura, ma lo scioglimento finale appare un po’ forzato, frutto di un’intuizione. La storia si rivela l’omaggio ad Agatha Christie annunciato dall’autrice nella premessa, ma con una carica emotiva che si affievolisce senza mai aver raggiunto il climax.
Consiglio il libro solo agli amanti del genere che avranno meno difficoltà nell’immergersi nella storia.
L’autrice
Maria Cristina Buoso scrive le prime cose quando era giovanissima, inizia con fiabe e poesie, crescendo amplia la sua scrittura con racconti brevi, copioni, romanzi e gialli.
Ha pubblicato diversi libri fra cui “Anime” e “Vernissage”.
Dove trovare il libro
Ebook: Amazon
Cartaceo: Amazon
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Grazie per aver letto il mio primo giallo. Sapere che il tuo giudizio non è stato complettamente negativo è già una bella cosa. Spero che gli altri miei libri rientrino di più nei tuoi gusti. Una delle mie caratteristiche è… proprio il dialogo e ….
Non importa, tutto serve per migliorarsi e crescere, ancora grazie 🙂
Piccola precisazione …. il mio commento non è una critica, aver ricevuto la tua recensione è stata una bella sorpresa… solo che tu e altri recensosi avete avuto punti di vista diversi … per cui devo capire se questo rientra nel gusto personale di chi legge oppure se io non ho saputo scrivere al meglio quelle “pagine” che hanno creato divergenze di opinioni. Per questo ti ringrazio e spero di poter avere altre tue recensioni in futuro. Alla prossima.
Ciao Maria Cristina,
grazie per essere passata e aver commentato. Anche per me il dialogo è importante.
Per quanto mi riguarda, il gusto personale può incidire ma in minima parte o addirittura solo al principio, quando valuto un libro dalle prime pagine e decido se continuare a leggerlo oppure no.
Quando scrivo una recensione cerco di essere il più obiettivo possibile e se dico qualcosa in base al mio gusto, lo indico espressamente che si tratta di gusto personale.
Io sono dell’idea che lo scrittore\la scrittrice in proprio debba cercare di fare autocritica su ciò che scrive e migliorare, perciò questo tuo atteggiamento ti fa onore.
Per chiarire quanto ho espresso nella recensione:
– alcuni eventi citati nei dialoghi necessitavano uno spazio narrativo che li descrivesse meglio perché forse i due interlocutori sanno di cosa parlano ma il lettore non riesce a capirlo in pieno dalle loro parole, e il dialogo sarebbe prolisso e irreale se ci riuscisse;
– gli scambi di battute risultano più chiari se ogni tanto si scrive “Disse X” e “Disse Y”;
– quando ci sono tanti personaggi come nella tua storia, sarebbe bene indicarli più spesso non solo con un nome o una parentela, ma ripetendo una loro connotazione o il loro ruolo nella storia come ad esempio “Tizio, il vicino di casa che ha trovato il cadavere”, oppure “Caio, il padre del ragazzo suicida” e così via;
– le rivelazioni sulle vite dei personaggi del complotto non potevano certo essere fatte tutte all’inizio, ma (questo può essere gusto personale) nel finale dovevano essere più connesse per descrivere meglio ciò che li coinvolgeva e li ha spinti ad agire.
Arriviamo allo scioglimento: Caterina affronta i colpevoli e descrive la sua teoria sull’omicidio ma, a parte alcune interruzioni, non c’è la carica tensiva del finale. Soprattutto lei dice che alcuni punti della sua ricostruzione sono azzardati, ipotizzati. Credo che un giallo, pur restando con il finale aperto su un’eventuale condanna, debba implicare un elemento che dia all’investigatore la certezza della sua ricostruzione. Magari qualcosa di compromettente e decisivo che Caterina aveva scoperto in proprio parlando con i vicini o ascoltandoli di nascosto. Qualcosa che lei non poteva dimostrare in tribunale ma che avrebbe dato forza nella ricostruzione e avrebbe suscitato delle forti reazioni nei colpevoli per essere stati scoperti, anche non verbali ma significative.
Questo è quanto posso dire sul tuo giallo.
Per quanto riguarda altri tuoi libri, come sai ho valutato la lettura di “Anime” e “Vernissage” tempo fa. Forse un giorno potrei decidere di rivalutare “Vernissage” per la lettura completa.
ho letto solo ora la tua risposta 🙁 …. prendo nota di quello che dici e speriamo che i miei prossimi libri ti soddisfino di più…ah.. è uscito questa settimana il secondo giallo di questa serie “il misero dei sei tiramisù”. Speriamo bene e ancora grazie per la disponibilità.