Recensione – Il respiro dell’alba

Copertina Il respiro dell'alba
Il respiro dell’alba di Giulia Mancini

Recensione

Il commissario Sorace scopre che il suo amico Luca è stato incriminato per l’omicidio di una donna conosciuta la sera prima e ritrovata morta accanto a sé la mattina dopo con una ferita al petto. L’indagine è condotta formalmente dall’ispettore Cesare Monti ma Sorace con l’aiuto di Sara Castelli, ex ispettrice e ora criminologa, ricostruisce le relazioni di Viola Borsari, la donna assassinata, con il possibile colpevole.
Viola frequentava siti di incontri e non era insolito che avvicinasse gli uomini con cui scambiava messaggi in chat, tutte le prove portano a Luca ma Sorace è convinto della sua innocenza e continua a indagare. Fra gli indagati spunta un uomo con cui Viola aveva avuto una relazione extraconiugale.
Nel frattempo, un’altra donna con le stesse caratteristiche fisiche di Viola viene ritrovata uccisa con le stesse modalità, una ferita al petto. Si fa strada così l’ipotesi di un serial killer che potrebbe scagionare Luca. Sorace, Sara e l’ispettore indagano in questa direzione fino a scoprire tutti i tasselli e il vero colpevole.

Lo stile di Giulia Mancini risuona anche in questo quarto romanzo della serie su Sorace, la sua capacità di portare il lettore nella storia attraverso la vita del commissario è marcata dal coinvolgimento personale dell’amico Luca.
Al principio, la trama è molto coinvolgente perché presenta un dilemma da giallo classico, simile a quello della porta chiusa, dove Luca è solo con il cadavere di Viola e le prove lo inchiodano. Nel prosieguo della storia, l’autrice coinvolge con il passato di Viola e le sue storie d’amore turbolente. Anche stavolta, Giulia evidenzia gli aspetti psicologici dei suoi personaggi. In questa occasione mette in luce le difficoltà e gli stati d’animo di una donna che vuole semplicemente trovare l’amore.
Purtroppo l’aspettativa iniziale è delusa perché le modalità dell’omicidio di Viola sono solo accennate come una teoria di Sorace e alla fine non c’è una effettiva rivelazione.
Alla luce dell’ipotesi del serial killer, devo dire che la svolta nelle indagini avviene un po’ sottotono e il colpevole compare quasi all’improvviso, quasi fosse un deus ex machina venuto a risolvere la situazione. Ciò che ho apprezzato nei precedenti romanzi della serie, ossia il fornire il punto di vista dell’assassino, qui è meno presente e avrei preferito ci fosse di più con maggior risalto della sua ossessione. Magari intrecciato alle vicende amorose di Viola, che allo stato invece appaiono come un mero diversivo, anche se l’omicida agisce per sentimenti diversi dalla gelosia. Questo avrebbe amalgamato il tutto e creato una svolta nelle indagini più interessante.
Ad ogni modo, le incursioni nel pensiero dell’assassino ci sono e perciò il libro è consigliato per coloro che prediligono l’aspetto psicologico del colpevole su cui Giulia Mancini fa ruotare questi romanzi della serie.



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