Recensione – I Bastardi di Pizzofalcone

Copertina I Bastardi di Pizzofalcone
I Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni

Recensione

Napoli. Il commissariato di Pizzofalcone rischia di chiudere, si è guadagnato una pessima fama dopo l’arresto di alcuni poliziotti corrotti che ci lavoravano.
L’ultima possibilità di ridare lustro al commissariato è affidata a un gruppo di poliziotti, composto per lo più da agenti ripudiati da altri commissariati. Nel gruppo ci sono l’ispettore Lojacono, soprannominato “il Cinese” per i suoi tratti orientali, che ha arrestato il serial killer “Il Coccodrillo”; l’agente Aragona, giovane inesperto che sarà affiancato a Lojacono per un caso di omicidio; e gli agenti Francesco Romano e Alessandra Di Nardo che indagano su una ragazza che non esce mai di casa. Li supportano il commissario Luigi Palma e i due veterani del commissariato: Giorgio Pisanelli, memoria storica, e Ottavia Calabrese, che si occupa di ricerche informatiche e rapporti con la stampa.
Lojacono e Aragona devono scoprire chi ha ucciso la moglie benestante di un celebre notaio mentre lui era in viaggio di piacere con la sua ennesima conquista. La scena del crimine è particolare, la donna è stata trovata nella camera in cui collezionava Palle di Neve e l’arma del delitto è proprio una di queste, trovata per terra. La donna era sola e non ci sono segni di scasso, ma alcuni pezzi di argenteria sono stati trafugati.
I due agenti cercano fra le relazioni della donna, che sapeva delle conquiste del marito, mentre i sospetti si stringono sul notaio e la sua amante a causa della loro reticenza, ma non possono ignorare il furto e la possibilità che l’assassino sia un ladro.
La verità si nasconde in piccoli indizi che alla fine Lojacono riuscirà ad interpretare nel modo corretto dando una svolta inaspettata all’indagine.
Intanto, Romano e la Di Nardo scoprono la verità sulla ragazza reclusa in casa ma non potranno aiutarla contro la sua volontà. Pisanelli, dal canto suo, porta avanti un’indagine privata su strani casi di suicidio.

Maurizio de Giovanni è un autore eccellente e un giallista esperto. Nasconde indizi fra le parole, le azioni e i pensieri dei personaggi. Con pochi tratti riesce a portarti nella vita dei protagonisti tanto da farti sentire al loro fianco nelle vicissitudini quotidiane.
Così assumono spessore le personalità degli agenti Romano e Di Nardo, risalta la sofferenza di Ottavia, spicca l’umanità di Pisanelli nella sua indagine privata.
In alcuni paragrafi che si alternano alla narrazione delle indagini, l’autore immerge il lettore nel punto di vista di chi è coinvolto nell’omicidio, senza svelare nulla della sua identità. Riesce a creare suspense anche nell’ultima fase delle indagini, quando Lojacono ha capito tutto e ne parla con i colleghi del commissariato.
Maurizio de Giovanni scrive con una fluidità tale da far scorrere la lettura. Le pagine scompaiono, ti ritrovi nella storia e ti fai incantare anche mentre divori le pagine. Tutta la storia è un crescendo di suspense ben dosato.
Ad un certo punto, credi di aver capito chi ha ucciso la moglie del notaio ma non è così e alla fine ti sorprendi nello scoprire che ci eri vicino, gli indizi erano tutti lì.
L’autore ha intessuto una trama che si dipana piano e quando scopri il vero colpevole, sorridi perché hai letto una storia all’apparenza scontata, nella sostanza interessante, piacevole e ben congeniata. Un giallo classico.



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