Recensione – Spaghetti all’Assassina

Copertina Spaghetti all'Assassina
Spaghetti all’Assassina di Maria Gabriella Genisi

Recensione

Bari. Un noto e rispettabile cuoco, Colino Stramaglia, viene ritrovato ucciso in stile mafioso nel suo locale. Un omicidio inspiegabile, data la notorietà e la benevolenza di cui l’uomo godeva. Subito si insinua il tarlo della concorrenza, infatti Stramaglia fa il tutto esaurito con la sua famosa ricetta: gli Spaghetti all’Assassina. Il commissario Lolita Lobosco dovrà indagare sull’omicidio setacciando la fitta rete di relazioni economiche e affettive che coinvolgevano la vittima. La svolta arriverà quando il commissario scoprirà la vera natura dell’uomo, tutt’altro che rispettabile. Non svelo altro perché questo giallo è tutto da gustare, non solo per l’ottima costruzione della trama ma anche per lo stupendo ritratto di donne, uomini, luoghi e cultura.

Gabriella Genisi presta le dita e l’ingegno alla voce melodiosa e incantevole del commissario Lolita che ci porta al centro della sua vita fra doveri istituzionali e necessità personali, come fossimo a chiacchierare con lei. Così ascoltiamo una vita ricca di sentimento e ricca di passione per i colleghi amici, per la propria città, per la cucina e la cultura uniche. Difficile non innamorarsi di una donna così, non solo passionale, formosa come Mediterraneo vuole, cocciuta e intelligente, fragile e determinata, per non parlare del fatto che cucina egregiamente.

Se l’accostamento a Salvo Montalbano di Camilleri salta subito all’occhio, anche perché è l’autrice a sottolinearlo, un paragone non si può fare. I due commissari, e i due autori, se la giocano alla pari, si può solo parlare di una benefica influenza. Gabriella Genisi ha saputo creare un personaggio che spicca dalle pagine e racconta le persone, i luoghi e la cultura proprie di questo pezzo di sud Italia in maniera così autentica e sentita da rappresentare con l’intensità di uno scorcio locale le caratteristiche universali di ogni popolo tanto che ognuno si sente partecipe, come Camilleri fa in Sicilia con Montalbano e i suoi amici e colleghi. Questa universalità risuona dalle relazioni che legano i personaggi alla vittima e alle quali anche Lolita guarda non solo con spirito inquisitore ma con sincera empatia.

Per finire, aggiungo che Gabriella Genisi riesce a portarci perfino nell’universo delle donne che lavorano rivestendo ruoli decisivi, Lolita Lobosco quale Commissario e la sua amica Marietta Carrozza Procuratore Capo, in un modo eccelso. Lo fa mostrandoci quanta passione le donne mettono nel loro lavoro per non perdere la propria identità femminile, che preservano nella vita privata, dimostrando che una donna può fare quei lavori, spesso prerogativa maschile, senza dover rinunciare ai propri sentimenti, alle proprie passioni, ai propri desideri. Anche se non è facile.
Per tutto questo e molto altro che scoprirete nel libro, la lettura di “Spaghetti all’Assassina” è fortemente consigliata.

(Recensione scritta il 28/06/2016)



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